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 / Racconti di pesca

La pasturazione: quando, come e perché

15 Aprile 2024

Ciao a tutti! 

Oggi tratteremo un argomento interessante per molti pescatori alle prime armi: “la pasturazione“. Ormai da diversi anni questo setup di pesca è stato accantonato da diversi pescatori a causa del poco tempo a disposizione o per l’insufficiente disponibilità di esche. 

Tra gli anni ‘90 e i primi anni 2000 le lunghe campagne di pasturazione erano la routine e i pescatori della vecchia scuola puntavano tutto sul “condizionamento alimentare”. 

Si, ma di cosa si tratta? Beh, semplicemente al raggiungimento almeno in parte, di un cambiamento delle abitudini alimentari delle carpe portandole così a cibarsi delle nostre esche. Questo tipo di approccio era ed è tuttora fondamentale se vogliamo portare a casa determinati risultati dai luoghi dove decidiamo di pescare con continuità.

Per raggiungere tale scopo non è sufficiente gettare regolarmente una buona quantità di esche in uno specchio d’acqua ma è necessario conoscere il luogo dove abbiamo intenzione di concentrare la nostra campagna di pasturazione. Ecco i nostri consigli:

  1. Avere una buona conoscenza della zona di pesca, della conformazione del fondale e delle eventuali zone di stazionamento e di alimentazione. Inoltre ci può aiutare se è presente, una ricerca sulla tipologia del cibo naturale. Sembra una banalità ma in base alla fauna e al tipo di corso d’acqua ferma o corrente, il dosaggio e la tipologia di cibo naturale può variare e indurci a cambiare la qualità e la quantità di esche da introdurre. La presenza di una fauna di disturbo come gamberi, tartarughe e pesce bianco sicuramente ci indirizzerà all’impiego di una tipologia diversa di pasturazione o addirittura a cambiare spot.

2. Avere un’idea sul quantitativo di pesce presente. Raccogliendo informazioni dai pescatori del posto oppure con un paio di sessioni veloci preventive potremmo intuire dal numero di carpe prese e dalla loro stazza, se avremo a che fare con un luogo ricco di cibo naturale o no. Sessioni con molte catture a guadino di pesci piccoli o denutriti ci daranno l’input sicuro per capire di essere in un luogo popolato ma con scarsa quantità di cibo a disposizione. Diversamente una sessione con un solo pesce a guadino anche se piccolo, ma di stazza importante ci darà un input opposto.

3. Capire se il luogo è frequentato da molti altri pescatori. Essere a conoscenza dell’affluenza e della tipologia di esche che vanno per la maggiore è consigliabile prima di iniziare una campagna di pasturazione. Tutto ciò per non arrecare disturbo ai frequentatori del posto. (Il rispetto dell’operato altrui penso sia fondamentale).

4. Rilievi di Ph dell’acqua. Analizzare dei campioni d’acqua possono completare le informazioni a disposizione per battezzare una tipologia di esca da impiegare. Dopo essere a conoscenza della situazione e delineato il profilo del nostro corso d'acqua, siamo pronti per impostare una campagna di pasturazione.

5. Quali esche impiegare in base alla quantità. Se abbiamo a che fare con un uno specchio d’acqua ricco di pesce e con poco nutrimento naturale, punteremo sicuramente ad una campagna di pasturazione con quantità abbondante di esche (non necessariamente costose, anche se le esche con un buon livello proteico ci aiuterebbero a raggiungere meglio il nostro scopo). Diversamente uno specchio d’acqua con poco pesce ma di stazza, ci indirizzerà ad una campagna di pasturazione con quantitativi più contenuti ma con esche di qualità maggiore.

 

In base alle informazioni raccolte possiamo predisporre una campagna di pasturazione a base esclusivamente di granaglie. Per esempio se il corso d’acqua ospita carpe vergini sicuramente le granaglie in buona quantità ci aiuteranno a vincere la diffidenza dei pesci presenti. Altra casistica possibile è quella di uno specchio d’acqua, per esempio un canale che ospita una buona quantità di amur, carpe e parecchi gamberi. In questo caso potremmo organizzarci con tiger miste a mais e canapa. Così facendo indirizziamo facilmente i crostacei sul mais mentre le tiger ben più dure, verranno lasciate per ultime permettendo alle carpe di arrivare in tempo sul letto di pastura. 

6. Battezzare la quantità di esche da distribuire nell’arco della settimana. Qui le quantità possono variare in base alle caratteristiche del luogo di pesca. Una strategia che funziona sempre parlando di acqua ferma in stagione di piena attività, si basa su una campagna di 3 pasturazioni a settimana. Ciascuna è composta da un secchiello da 10/15 lt di mistura di granaglie e accompagnata da 2/3 kg di boilies. Un altro setup potrebbe basarsi su una campagna di pasturazione nel medesimo bacino ma in stagione invernale, dove nella campagna di 3 pasturazioni settimanali getteremmo solamente 500 gr di boilies specifiche per acqua fredda, magari accompagnate da un pò di pellet per ogni pasturazione. Questo è solamente un esempio di come una pasturazione può essere impostata in base allo specchio d’acqua e alla stagione corrente.

7. Quali strumenti impiegare per la pasturazione. In base alle scelte fatte in precedenza dovremmo organizzarci per rendere il più celere possibile la pasturazione sullo specchio d’acqua. (Anche perché è necessario impiegare dei momenti durante la settimana, tempo che generalmente è sempre poco).

Se abbiamo a che fare con un canale o un piccolo fiume, con un buon cucchiaio e una fionda dovremmo riuscire in un istante a completare la pasturazione. Diversamente nelle cave di buone dimensioni avremmo bisogno di un cobra (meglio quelli di nuova generazione in carbonio e più leggeri) e di una canna da spod da 5 lb con mulinello a rapporto di recupero veloce per ridurre i tempi. Inoltre per questi luoghi dove con pochi giri si riuscirebbe a distribuire tutta la pastura, potrebbe esserci d’aiuto anche un barchino radiocomandato.

Invece nei grandi laghi le cose si complicano e probabilmente sarà necessario dotarsi di un natante per riuscire ad effettuare le pasturazioni senza però dimenticare di portarsi un buon giubbotto di salvataggio… La sicurezza prima di tutto!

8. Quando effettuare le pasturazioni? Qui tutto dipende dal nostro tempo libero a disposizione. Normalmente al mattino presto sarebbe una ottima scelta ma anche nel tardo pomeriggio o alla sera andranno benissimo. Tenendo conto però che in autunno e inverno le ore di luce sono poche, pasturare al buio complicherà non poco le cose obbligandoci così a dotarsi di una lampada da testa.

 

Tutto organizzato quindi, ora non ci resta che iniziare a pasturare e a decidere quando iniziare a raccogliere i frutti del nostro lavoro. Quindi a pescare… 

Normalmente una campagna di pasturazione di 2/3 settimane può già considerarsi media/lunga e darci la possibilità di organizzare una sessione di pesca. Dopo possiamo decidere se cambiare leggermente la pasturazione o se proseguire. Inevitabilmente le campagne di pasturazione se troppo lunghe necessitano di stop più o meno prolungati e/o di modifiche delle esche impiegate per non stressare troppo i pesci.  

Oggi giorno le lunghe pasturazioni sono meno in voga rispetto a tempo fa ma sono senza dubbio in grado di regalarci grosse soddisfazioni in termini di catture (anche se ovviamente implicano un impegno importante sia economico che di tempo). 

 

Non mi resta altro che augurarvi una pesca proficua. Alla prossima! 

Daniele Annovi 

Team Molino Zombini

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